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ADD - cd mkA 04754-4
1. ESPLOSIONE 2. STALATTITI 3. RUPE 4. IL POETA E’ UN OPERAIO 5. VENTI ORIENTALI 6. SCHIZOFRENIA RADIOFONICA 7. REPERCUSSIO(N) 8. VIAGGIO ATTRAVERSO UN SOGNO 9. RICERCARE TEMPORALE 10. “Quindi non si tratterà di...” Dedicato a Veronica Zotti Note di copertina di Marcello Abbado Prodotto da Francesco Rampichini Progetto grafico di Ettore Lariani Questo Cd
chiude il
trittico dedicato alle composizioni disponibili di G. B. Zotti,
indimenticabile
Maestro, amico e fondatore dei CPSM.
Note di
copertina di Marcello Abbado Per
la terza
volta ascolto un cd con composizioni di Giovanni Battista Zotti. Il
mondo
interiore di Battista mi si era rivelato già all’ascolto del suo
primo cd: era
stata una grande sorpresa, perché le sue composizioni mi avevano
permesso di
conoscere un uomo diverso da quello che avevo avuto occasione di
incontrare
solo superficialmente.
Oggi di nuovo ascolto un compositore inimmaginabile, imprevedibile ma coerente nelle sue immaginazioni. L’ascolto di “Rupe” mi rinnova l’angoscia già provata con altre musiche drammatiche di Battista Zotti. Da un altro mondo terribile giungono voci e risonanze lugubri. Tutto è ininterrottamente drammatico. Anche
il “Viaggio
attraverso un sogno” è un incubo. Il sogno si sviluppa su tre
livelli musicali:
un pedale grave, un gruppo di percussioni sovrapposte a livello
intermedio, e
ululati acuti che si alternano a grugniti. Tutto è
spaventosamente angosciante.
“Stalattiti”
è sorprendente. I giochi timbrici e ritmici sono continui. La
composizione è
costruita su due livelli: infatti sotto ai giochi timbrici acuti vi
è un
continuo pedale grave, come un flusso di corrente sommersa o
sotterranea.
La
costruzione di “Il poeta è un operaio” è evidente. Vi
sono voci parlate e voci
e suoni gementi. Vi sono continue risonanze leggere, molto poetiche. La
voce
parlata protagonista prende il sopravvento, cresce di livello fonico,
giunge al
suo acme, poi si affievolisce. Rimane la risonanza poetica: è
ciò che premeva a
Battista.
Anche
in “Venti
orientali” vi sono atmosfere rarefatte: strumenti acuti, voci e
sussurri
lontani. Si aggiungono effetti corali suggestivi. Non prevedibile
è un grande
crescendo finale, che si smorza all’improvviso.
Queste
cinque composizioni ci rivelano un compositore che crea immagini sonore
assolutamente personali: appartengono a lui e lui vi si rifugia dentro:
perché
quello è il suo vero mondo.
La contrapposizione tra il mondo reale in cui viveva e il mondo interiore in cui si rifugiava ci fa capire quanto Giovanni Battista Zotti abbia sofferto nel trovarsi a contatto con una realtà che lo metteva a disagio. Si rifugiava infatti nei suoi sogni sonori, trasportato dai suoi venti. Viveva con l’immaginazione. Marcello Abbado Stresa, 19
luglio 2003
Giovanni Battista Zotti - Nota biografica
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